Un regalo inaspettato. Un libro che non conoscevo, ma che pare scritto apposta per me. Cercato, scelto, con mille esitazioni perchè chi me lo ha comprato sa quanto sono critica ed esigente nelle mie letture. Il primo libro che mi regala in vent'anni di amicizia. Siamo proprio cresciute...
"Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l’era Meiji sembra avere perfettamente realizzato il suo compito: restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Il potere feudale dei daimyo è, infatti, un pallido ricordo del passato, così come i giorni della rivolta dei samurai a Satsuma, il tragico canto del cigno degli antichi guerrieri. In questi primi anni del nuovo secolo, l’esercito nipponico contende vittoriosamente alla Russia il dominio nel Continente asiatico.
Per il Nero del vetturino, il gatto grasso che spadroneggia nel cortile del condominio in cui si svolge questo romanzo, i frutti dell’epoca moderna non sono per niente malvagi. Il Nero del vetturino ha, infatti, un pelo lucido e un’aria spavalda e robusta impensabili fino a qualche tempo fa per un felino di così umile condizione.
Per il gatto protagonista di queste pagine, però, le cose non stanno per niente così. Un’oscura follia, anzi, aleggia nell’aria, nel Giappone all’alba del XX secolo.
Il nostro eroe non vive, infatti, a casa di un vetturino ma di un professore che si atteggia a grande studioso e che, a detta di tutti, lo è davvero. Quando torna a casa, il professore si chiude nello studio fino a sera e ne esce raramente. Di tanto in tanto il gatto, a passi felpati, va a sbirciare e puntualmente lo vede dormire: il colorito giallognolo, la pelle spenta, una bava che gli cola sul libro che tiene davanti a sé.
Certo, il luminare a volte non dorme, e allora si cimenta in bizzarre imprese. Compone haiku, scrive prosa inglese infarcita di errori, si esercita maldestramente nel tiro con l’arco, recita canti nō nel gabinetto, tanto che i vicini lo hanno soprannominato il «maestro delle latrine», accoglie esteti con gli occhiali cerchiati d’oro che si dilettano a farsi gioco di tutto e di tutti raccontando ogni genere di panzane, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati… Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna…
Pubblicato per la prima volta nel 1905, Io sono un gatto non è soltanto un romanzo raro, che ha per protagonista un gatto, filosofo e scettico, che osserva distaccato un radicale mutamento epocale. È anche uno dei grandi libri della letteratura mondiale, la prima opera che, come ha scritto Claude Bonnefoy, inaugura il grande romanzo giapponese all’occidentale. Mai tradotto in italiano prima d’ora, il romanzo appare nella stessa collana in cui sono stati pubblicati gli altri due capolavori di Sōseki, Guanciale d’erba e Il cuore delle cose."
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