lunedì 11 ottobre 2010

Internet for Peace

Nei giorni scorsi è stato assegnato il premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo dissidente cinese che sta scontando una pena di undici anni di carcere per ‘istigazione alla sovversione’.

Ho seguito per la prima volta l'evento, emozionata ed agitata, con il Blackberry in mano fisso sugli aggiornamenti Twitter del direttore di Wired Italia, Riccardo Luna. Per la prima volta "tifafo" per qualcuno, o meglio per qualcosa. Tifavo per me, per voi, per tutti. Tifavo per Internet. Come tutti sanno la rocambolesca avventura di Wired Italia non ha raggiunto lo scopo finale. Forse è troppo presto, forse ci sono temperamenti e storie nel mondo che più del world-wide-web meritano la visibilità globale che solo il Nobel può dare.
Forse...
Sta di fatto che credo fermamente che si sia persa un'occasione unica. Ringrazio Riccardo Luna, Wired e tutti gli ambasciatori della candidatura per essere arrivati fino in fondo. Sappiano che io sono pronta a sostenerli ancora, a crederci ancora. Quando si ricomincia?

Vi lascio l'articolo che, a Marzo di quest'anno, avevo dedicato alla candidatura su Wait!Mag.
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Ho sentito per mesi parlare di questa iniziativa. La notizia rimbalzava di sito in sito, attirando solo sporadicamente la mia attenzione. Ieri sera, leggendo l’editoriale del numero 13 di Wired Italia, sono rimasta piacevolmente stupita nel sapere che, per una volta, ci abbiamo pensato noi. Per una volta siamo stati i fautori di un progetto di interesse globale, di un’iniziativa che, in ogni caso, farà storia.

Sì, perchè “Internet for Peace” è tutto italiano. Il merito va in particolare a Riccardo Luna ed a tutto lo staff di Wired Italia, che hanno coraggiosamente portato avanti questa candidatura, dalla raccolta di firme in Parlamento, fino alla presentazione ufficiale a Stoccolma (non in forma cartacea, ma tramite chiavetta usb… E poteva essere altrimenti?).

Il nobel per la pace ad Internet… Forse una provocazione fatta per sollevare un po’ l’ego dei nerd di tutto il mondo, o forse no. Mi basta aprire il mio profilo Facebook per vedere facce e nomi di persone a me lontane, non solo geograficamente, ma anche nella cultura e negli stili di vita, ragazzi e ragazze le cui esistenze, in caso contrario, non mi avrebbero nemmeno sfiorata. E non mi appare più tanto strano vedere le foto di una giovane ragazza dell’Arabia Saudita sorridere al accanto al marito, coperta da un bellissimo velo ricamato in oro in giorno del suo matrimonio, o leggere i resoconti degli scontri ad Atene negli status di un amico di Salonicco. Mi sembra tutto più vicino, o forse sono io che sento, per la prima volta, un senso di appartenenza “globale”, che va al di là delle lingue e delle nazioni.

Sarebbe stato possibile tutto questo senza internet? La risposta è NO. Non è facile accorgersi di quanto sia importante qualcosa che usiamo tutti i giorni, per svago, senza darci troppo peso. Ma abbiamo nelle mani qualcosa di estremamente prezioso. Abbiamo nelle mani uno strumento di conoscenza così capillare come mai ne sono esistiti nella storia dell’uomo. Abbiamo nelle mani la possibilità di arrivare davvero dovunque, di confrontarci con realtà diametralmente diverse dalla nostra. Abbiamo nelle mani la possibilità di imparare e soprattutto “capire”.

Nulla ha mai avvicinato i popoli come internet. Ed allora eccoci qui, tutti insieme accanto a Wired per sostenere questa condidatura.

Farcela sarà anche il nostro Nobel."


2 commenti:

iaia_That's mine! ha detto...

Avevo sentito -me ignorante- la questione del Nobel per la pace a internet su Mtv.
E per dire la verità la cosa mi aveva lasciato parecchio perplessa, ma non per la "nomination".

Si, è vero, internet può essere vincolo di pace, collega persone lontane e ha tanti aspetti che analizzati sono molto positivi.
Ma a me viene in mente anche l'altra brutta faccia della medaglia. video su youtube di persone picchiate, derise, strattonate: tutto questo FATTO APPOSTA per essere ripreso e messo su internet.
Liti furibonde tra persone che si permettono di essere maleducate solo perchè di mezzo c'è uno schermo e centinaia di chilometri di distanza.
Persone disturbate che assillano altre persone (in genere ragazze) stalkerando o lasciando commenti a sfondo sessuale per il puro piacere di dare fastidio o altro che non sto a scrivere.
Magari ho travisato io il messaggio, ma a me questa non sembra "pace". E purtroppo è inscindibile da tutti gli aspetti positivi che -per fortuna- ci sono e che in parte conosco bene sulla mia pelle.

(perdona lo sfogo, ma era tanto tempo che la cosa mi ronzava in testa, e questa è stata un'occasione per farla uscire :D )

Annalisa K. Varesi ha detto...

Il tuo è sicuramente un punto di vista condivisibile. Ma guarda la realtà da un solo punto di vista.

Pensa a cosa può rappresentare e rappresenta internet per migliaia (milioni) di persone. Pensa agli studenti iraniani, pensa ai dissidenti cubani, ecc.
Poi pensa magari a te stessa, alla possibilità di conoscere realtà di guerra, dittature, che altrimenti ti sfiorerebbero appena.
Il rischio è confondere internet con i social network.
Le ombre ci sono, ed è normale, come ci sono in tutte le cose, ma per me dal punto di vista che ti dicevo internet è una possibilità di pace, conoscenza e condivisione unica.